Traffico, sensi unici che ci obbligano a girare come trottole, semafori che governano i nostri spostamenti, incidenti.
Sono aspetti fastidiosi della nostra vita che troppo spesso diamo per scontati, ovvi, immutabili.
Ma le nostre città non sono sempre state governate da queste leggi e divieti e anche se in fondo lo sappiamo, non vogliamo o non riusciamo a immaginare una diversa viabilità.
Come spesso accade in questi casi occorre andare indietro nel tempo, anche oltre quanto la nostra memoria possa ricordare.
Analizzeremo alcune trasformazioni subite da varie città nel mondo e alcuni casi di recupero urbanistico.
Partiamo dalla città di Milwaukee (U.S.A) dove gli investimenti sull'automobile hanno prodotto la perdita di zone verdi, di zone per la socialità a fronte della nascita di strade e ponti in calcestruzzo, un ambiente assolutamente invivibile per le persone che sono costrette ora ad utilizzare l'automobile per muoversi da un'area urbanizzata all'altra.
Andiamo ora in Francia, ad osservare Piazza Kléber a Strasburgo. L'avvento dell'automobile di massa ha trasformato la famosa piazza in un parcheggio a cielo aperto. La funzione originaria quale luogo di incontro, scambio culturale e commerciale venne sacrificata in favore dell'occupazione del suolo pubblico da poche autovetture. Fortunatamente Strasburgo è divenuta una delle città più ciclabili della Francia e la piazza è stata ripristinata eliminando le automobili.
Ora guardiamo finalmente alla nostra città, all'evoluzione di Piazza Cavour a Como.
Molto simile al caso francese la nostra piazza è passata da essere un bellissimo balcone sul Lario ed esempio di piazza in stile "liberty" ad un parcheggio per servire poche decine di automobilisti. Fortunatamente anche in questo caso si è fatto un passo indietro per ridare la piazza alla cittadinanza, alla socialità e alla bellezza.
Specialmente sul caso comasco gli esempi sono molteplici e purtroppo pochi sono stati gli interventi per ristabilire vivibilità alla nostra Como.
Pensiamo alla tombatura del Cosia, alle piazze divenute parcheggi (piazza Croggi, piazza Baratelli, ecc) che hanno modificato la morfologia e gli spazi della città.
Importante è imparare a guardare le strade con occhi diversi, perchè non possiamo essere vittime dell'automobile e delle sue leggi ma dobbiamo riprenderci gli spazi vitali indispensabili per una vita serena e salutare.
Per fare ciò non possiamo pensare di vivere con l'automobile come estensione del nostro corpo. Non c'è spazio per questo. Il trasporto pubblico e la mobilità leggera sono la soluzione, così come lo erano un secolo fa.