13 maggio 2009

Noi, kamikaze della bicicletta sui marciapiedi per protesta

di Maria Laura Rodotà, da Corriere.it [Link originale]

A Milano piste ciclabili da barzelletta. Con più piste e più ciclisti ci guadagneremmo tutti in salute

Buongiorno a tutti. Siamo i kamikaze delle bici. Quelli che maledicete quando passiamo sui marciapiedi; ci dispiace, ma è meglio essere insultati che venire dilaniati da un tram. Quelli che minacciate col clacson quando la nostra presenza vi impedisce di usare una vietta come un’autostrada; e sorpassare al volo. Pedaliamo per muoverci in fretta, per tenerci in forma, e per civismo; pensate quanto inquinamento vi risparmiamo non usando auto e moto, quanti posti vi lasciamo sui mezzi pubblici.

Pensate anche (dati resi noti l’altro ieri) che tra noi c’è un morto al giorno, più una quarantina di ricoveri. Usiamo il mezzo più ecologico, e il più pericoloso. E molti di noi vivono in una delle città più piatte d’Europa, Milano; dotata però di piste ciclabili da barzelletta. Poche, spesso periferiche, spesso dirette verso il nulla. Non se ne faranno altre, al momento. Toglierebbero spazi ai parcheggi, temono gli assessori. Non è venuto in mente, agli assessori, neanche qualche contentino da normale metropoli europea. Come il poter portare la bici nel metro, che semplificherebbe la vita a tanti pendolari. O tracciare due strisce parallele sui marciapiedi larghi creando delle piste ed evitando guerre tra poveri, ciclisti-pedoni; a Parigi e Berlino, per dire, così convivono decentemente. Invece, così, a Milano le bici del Comune restano ferme nelle rastrelliere.

Ed è un bene, forse; pedalare qui non è uno sport per signorine. Bisogna stare attenti; consolarsi delle fatiche pensando alla nostra impeccabile impronta ambientale; ripetersi «l’unica cosa illegale che faccio nella vita è pedalare sui marciapiedi, sono una persona perbene, che diamine». Che diamine. Non siamo una banda di black bloc: un milanese su dieci usa la bici. Ma se ci salissimo tutti insieme, tutti i giorni, su quei benedetti marciapiedi? Magari qualcuno ci darebbe retta. Magari, con più piste e più ciclisti ci guadagneremmo tutti in salute, in qualità dell’aria, e saremmo più belli (si rischia la vita ma si risparmia la palestra così).

Maria Laura Rodotà