La Settimana Europea della Mobilità (SEM) torna quest'anno dal 16 al 22 settembre 2021 con l'obbiettivo di avvicinate tante più persone alla bicicletta e alla mobilità attiva.
Ma perché scegliere la BICI?
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La Settimana Europea della Mobilità (SEM) torna quest'anno dal 16 al 22 settembre 2021 con l'obbiettivo di avvicinate tante più persone alla bicicletta e alla mobilità attiva.
Ma perché scegliere la BICI?
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Le zone 30 sono quelle aree urbane nelle quali il limite massimo di velocità è fissato a 30 km/h.
Questo permette di avere meno incidenti, di ridurre la gravità di quelli inevitabili e di conseguenza di avere un costo sociale inferiore derivante da uno sgravo della sanità e delle forze dell'ordine.
Ma perchè proprio 30? Non si poteva fare 40 km/h?
Ci viene in aiuto questo studio (uno dei tanti) che pone in relazione la percentuale di decessi in rapporto alla velocità di impatto.
La prima curva, quella blu, mostra chiaramente come, superati i 30km/h si ha un'impennata esponenziale della percentuale di rischio decesso per i pedoni e ciclisti che vengono travolti da un autoveicolo.
Per lo stesso motivo osservando la seconda curva ci accorgiamo che oltre i 50 km/h si ha un aumento esponenziale del rischio di decesso in caso di collisioni laterali tra veicoli a motore. Questo è il motivo per il quale sulle strade extraurbane spesso troviamo il limite a 50 km/h.
La terza curva mostra invece la medesima relazione in caso di impatto frontale (tra due veicoli a motore) o con corpi rigidi (ad esempio muri).
Rendiamoci dunque conto della pericolosità degli effetti della velocità e dell'importanza della moderazione della velocità.
A questo proposito uno dei nostri nemici è certamente le sensazione di "non-velocità" che le nostre auto ci trasmettono facendoci percepire i limiti imposti sempre troppo bassi.
L'Italia non è l'Olanda. Como non è Amsterdam. Noi non abbiamo le infrastrutture ciclabili.
Ci manca la mentalità.
Queste sono solo alcune delle osservazioni di chi sente per la prima volta parlare di ciclabilità oppure è semplicemente scettico che un'altra mobilità sia possibile. Proprio qui, nel paese della Fiat e di una motorizzazione di massa che procede da ormai sessanta anni (anche se ora visibilmente in crisi) sembra non esserci una visione alternativa.
Asfalto e cemento, larghe corsie per automobili sempre trafficate e che lasciavano pochissimo spazio (e respiro) alle persone.
Accadde però, che in quelle poche strade non occluse dal traffico, le auto correvano, e spesso investivano i pedoni.
“STOP KINDERMOORD”
E' il 22 Marzo 1973, una parte della popolazione si mobilitò attivamente in una serie di proteste per chiedere più sicurezza stradale per tutti e meno auto.
Si svilupparono così politiche rivolte a calmierare la velocità delle automobili ed a incentivare l'uso della bicicletta, nacquero le prime zone 30.
Così Amsterdam cominciò a cambiare, e come lei anche altre città e anno dopo anno, decennio dopo decennio troviamo un ambiente urbano estremamente vivibile e rispettoso del territorio.
Noi ora ci troviamo proprio nel 1973 olandese, l'anno zero per uno sviluppo della mobilità leggera.
Ma un grande vantaggio l'abbiamo. Noi non dobbiamo inventare nulla di nuovo, tutto è già stato fatto e verificato.
Dobbiamo solo limitarci a COPIARE il modello Olandese della mobilità.
[VIDEO] - Come gli olandesi hanno avuto le ciclabili
Nuovi parcheggi in arrivo in prossimità di Viale Innocenzo XI.
La "tangenziale di Como" vedrà nascere nei prossimi anni due nuovi parcheggi multipiano per un totale di circa 800 nuovi posti auto.
Queste infrastrutture non devono però essere fine a se stesse.
Ci aspettiamo anche che vengano previste delle velostazioni all'interno di questi Autosilo, per consentire l'intermodalità Auto+Bici.
Inoltre gli attuali stalli lungo Viale Innocenzo XI, che spesso creano rallentamenti alla viabilità durante le fasi di sosta ci aspettiamo vengano rimossi e sostituiti da una ciclabile di pari larghezza.
Un'infrastruttura semplice da realizzare, che permetta lo spostamento in sicurezza dei pendolari verso la città e la stazione di San Giovanni ma anche per i turisti che sempre in maggior numero vogliono scoprire il nostro territorio attraverso la bicicletta.
Un'infrastruttura che, se affiancata alla Eurovelo5 di futura costruzione, offrirà ai comaschi una reale alternativa agli spostamenti in automobile, oltre che a proiettare Como verso il futuro con una mobilità realmente sostenibile che oltretutto può solo far tanto bene al nostro comparto turistico, da anni colonna portante della nostra economia.
Tepore primaverile.
E' il momento giusto per tirare fuori la bicicletta dal letargo!
Non l'hai mai usata? Provala e pedala insieme a noi!
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Si,
definire ciclabile quella striscia in Viale Geno è un'esagerazione ma
quello che notiamo è che le biciclette la utilizzano e le automobili la
rispettano (salvo alcuni maleducati).
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